da Versi Vissuti

Edith Bruck

Il segno

Morì d’impotenza
Si potrà scrivere sulla mia tomba
Chissà dove, non è detto che uno muore
Nel luogo in cui è nato o vive
Si può essere dovunque
In quell’ora incerta
Non ci sono terre cattive e terre buone
Vorrei però come segno una piccola stella
A sei punte come quella che da bambina
Brillava sul cappottino liso
Incidetela ben bene nella pietra
Come l’hanno incisa in me sulla mia pelle
Nella mia carne nelle mie viscere
E se ci sarà un’altra vita
Sarò una stella gialla
Per ricordarvi che c’era una volta
Auschwitz



Nascere per caso

Nascere per caso
Nascere donna
Nascere povera
Nascere ebrea
È troppo
In una sola vita



Forse

Gli uomini che contano
Nella vita
Sono uno
Il padre mancato.



Vita!

Quante grida al vento
Quanta paura di tutto
Che vita di terrore
D’amore di battaglie
Per un poco di pace
Per un palmo
Di terra straniera