Poemetto in Sol Minore

Pamela Proietti

Se bisogna essere più forti di se stessi quando si scrive
se bisogna essere più forti di ciò che si scrive
allora bisognerebbe comprendere quanto non sia
la forza: il centro, il fuoco, il bivio; allora
bisognerebbe considerare quella via
come la strada che non ha che sensi
in un verso, o nell’altro
da percorrere, senza riparo.



*

I

Sul treno ti penso come un uomo non collocato,
il segno che ignoro e subisco. Lo smarrimento
non è volontario, succede
quando mi sveglio e tutto deve ancora accadere
tu mi scrivi
un desiderio che abbiamo
già vissuto.



II

Stanotte gli ulivi sono nudi alla luna
un bacio ai mille tagli inferti—
è necessario, per rigenerarsi.

Vorrei scavare dentro il tuo sorriso
per vedere
l’origine della gioia che nascondi.



III

Febbre 35
ho un delirio psico-pubblicitario, amami.
Sapere qualcosa è combattere da dentro,
un movimento pulito che non lascia scampo
se resto fuori. Per distruggere la verticalità
ho bisogno delle tue mani.



IV

L’uomo disse: Lei sembra aver paura del lato visibile delle cose.
Ho paura, rispose la donna, come se qualcosa mi avesse colpita.
Per la perfezione?
lui chiese.
No . . . per i suoi delitti, disse lei

Esorcizziamo la morte dentro il letto della casa-ninfea
tu mi dici che il topo domestico non si suiciderà
io ti amo per la prima volta in una vita sbagliata.



V

Novembre, un anno dopo.
Il cielo non è più bianco del foglio,
è solo neve trattenuta, il ghiaccio
mi porti via dalle vene sottili.
Se provo a fuggire, mi perdo.



VI

Natale è la prossima mancanza che vivremo
/ Stephansplatz, un ricordo, o forse Schiele,
le mozartkugeln. Ho sognato
la tua lingua nella forma di linguaggio:
questo silenzio così forte che non smette di
possederci.



VII

La sonatina di Diabelli è un inverno infinito.
Ci tocchiamo da lontano / siamo
cieli scomposti nel quadro di Van Gogh.
Cerco un gesto affettuoso, come un cane
selvatico rifiuti la morte che ti vive. O amore
se non fosse per certe trasparenze
forse ti avrei pugnalato il cuore.



*

Trovare il tempo giusto per la scrittura:
non so scrivere quando
sto male
non so scrivere quando
sto bene.
C’è uno scarto nello stare: né prima,
né dopo.
Il tempo è un’idea dell’uomo:
io sono una donna.